Un evento poco contemplato dei media nazionali, ma che ha segnato un grande pezzo di Italia: la Tempesta Vaia in Trentino. Non ci dimenticheremo tanto facilmente di quel 29 ottobre 2018.
Dopo giornate di pioggia intensa e abbondante su tutto il territorio del Nord-Est, ecco arrivare un messaggio da parte della Protezione Civile: allerta meteo rossa e forti raffiche di vento. Difficile raccontare ciò che si percepiva nell’aria, una sensazione a metà tra la preoccupazione e il non voler sopravvalutare una condizione meteo. Certo è che nessuno si aspettava ciò che poi è successo.

Già da quel lunedì mattina, dopo un weekend piovoso, in azienda abbiamo dovuto riprogrammare tutti i percorsi e monitorare costantemente la situazione delle strade, poiché molte erano rimaste bloccate a causa di frane e allagamenti, mentre altre erano a rischio. Gli autotrasportatori ricorderanno certamente la chiusura del tratto stradale Vipiteno/Brennero, che causò forti disagi al traffico e ore di attesa in autostrada; altri ricorderanno la straordinaria apertura della galleria Adige/Garda per far defluire le acque dell’Adige nel Lago di Garda e scongiurare così un’alluvione in Veneto.

Fortunatamente, a metà pomeriggio di quel grigio lunedì di ottobre la nostra flotta era già rientrata in sede. Già, fortunatamente, perchè l’allerta meteo aveva iniziato a realizzarsi e le prime raffiche di vento avevano causato il cedimento di piante sulle strade, impedendo a molte persone il rientro a casa in quella serata.
Nelle ore successive, Vaia ha dato il meglio di sé. Fuori dalle mura di casa c’era solo vento forte, pioggia e la notte nera. Il pensiero andava a tutti coloro che non erano potuti rientrare a casa, ai volontari del soccorso e ai tecnici dei servizi pubblici che intervenivano in tali condizioni.

TEMPESTA VAIA IN TRENTINO: IL GIORNO DOPO

Martedì 30 ottobre 2018 mattina ci siamo ritrovati davanti uno scenario apocalittico: case scoperchiate, ettari di bosco rasi al suolo, frane e allagamenti, strade inagibili, automobili distrutte, telefoni poco funzionanti, niente acqua corrente potabile, niente corrente elettrica. A quel punto i programmi lavorativi delle settimane successive sono stati capovolti e la nostra squadra è stata chiamata a svolgere una serie di operazioni in svariate situazioni di rischio, il tutto nell’arco di pochi giorni. Da Scurelle a Folgaria e Castelnuovo e Pinè, da Pergine alla Val dei Mòcheni fino anche alla Val di Fiemme…non si sapeva da dove iniziare. Priorità di quei giorni: messa in sicurezza di centri abitati, ripristino servizi pubblici e apertura delle strade.

Ci siamo messi così subito all’opera, in collaborazione con le ditte boschive del posto, per liberare i centri abitati e le case dagli schianti. Alcuni interventi sarebbero stati molto rischiosi, infatti non è possibile prevedere con certezza il peso di una pianta, tantomento la sua reazione dopo essere stata tagliata. Un errore nell’imbrago, una manovra sbagliata o un taglio riuscito male da parte del boscaiolo avrebbe potuto causare ulteriori danni agli edifici nei paraggi, alla nostra attrezzatura o, peggio, al team di lavoro. Erano necessari dei mezzi sicuri e performanti, dei gruisti precisi ed esperienza nell’adozione delle scelte.

Abbiamo poi iniziato con i trasporti eccezionali dei primi Harvester e Forwarder…che da due sono diventati sempre di più. Ormai le nostre montagne erano tutte diventate un cantiere, il legno doveva essere recuperato in fretta per mantenere le sue proprietà.

Numerosi anche gli interventi di messa in sicurezza delle strade, dove gru e autogru sono state utilizzate per calare a terra i ceppi e i tronchi più lontani, oltre che per portare in quota le reti paramassi.

A ottobre 2019 siamo stati chiamati a consegnare e posare il nuovo ponte che collega il Comune di S. Orsola con il comune di Fierozzo, devastato dalla forza del torrente Fersina nella notte di Vaia. Guarda il video

Oggi, a quasi un anno di distanza da quella terribile notte, tutto il Trentino sta ancora lavorando per ripristinare i danni della tempesta. Molto è stato fatto, ma moltissimo rimane ancora da fare.